I giornalisti ieri hanno attentamente ascoltato i 26 brani che i big proporranno alla 71esima edizione del Festival di Sanremo.
Nel complesso, i giudizi al primo ascolto sono molto positivi ed il tratto distintivo delle canzoni pare essere la varietà nei temi e nei generi: amori finiti, rapporti distruttivi o tossici, il rimpianto di quello che era e che non tornerà, ma anche la voglia di rivalsa e tornare alla vita, una fiaccola di speranza per uscire dal periodo buio che stiamo vivendo. Anche i generi sono tra loro diversificati e ben rappresentati: dalle ballad alle canzoni squisitamente sanremesi, dal rock all’electro pop, da un breve ritorno agli anni ’70 e ’80 ai suoni dal sapore orientaleggiante.
Un Festival di Sanremo che saprà riservare gradevoli sorprese.
Vediamo, cantante per cantante, i commenti della stampa riportati da Il Fatto Quotidiano.
Aiello – Ora: definita dai giornalisti come un boato, il cantante cosentino ci riporta ad un passato lontano fatto di notti selvagge all’insegna del sesso più focoso.
Arisa – Potevi fare di più: il tema della femminilità, fulcro del brano, è accompagnato con delicatezza e sensibilità dalla voce eterea di Arisa che racconta la storia di un amore tossico e distruttivo.
Annalisa – Dieci: ritornello orecchiabile che lusinga l’anima dell’ascoltatore, voce perfetta e un amore sfuggente. Definita dai giornalisti come una canzone “da ultimo bacio in strada”.
Bugo – E invece sì: canzone intensa, resa perfettamente dall’ausilio di batterie ed archi che sottolineano la voglia di rivalsa e di ritornare ad una normalità lontana, ma tanto agognata. C’è bisogno di tornare a sognare.
Orietta Berti – Quando ti sei innamorato: la voce di Orietta Berti ci riporta ad un passato lontano, all’amore semplice e genuino dei nostri nonni, ma non senza una incursione nella trap. Vestiti pirotecnici ed effetti speciali accompagnano i toni amarcord del brano.
Colapesce Dimartino – Una musica leggerissima: un tripudio di chitarre, leggerezza e musica nella musica. In questo brano traspare tutta la voglia di tornare ad assaporare la piacevolezza di un concerto.
Extraliscio feat. Davide Toffolo – Bianca Luce Nera: un ossimoro cromatico sì, ma non solo; anche i sentimenti portati alla luce da questa canzone si mostrano in tutte le loro contraddizioni. Il sapore vintage del brano riporta la mente ad una sala da ballo.
Coma_Cose – Fiamme negli occhi: un amore bruciante raccontato con un ritmo oscillante tra il rock ed il pop. Buon vino, fantasia ed un tocco di California sono gli ingredienti principali del mondo fantastico dipinto dal brano.
Fasma – Parlami: l’unico modo per salvarsi è amarsi reciprocamente. Gli occhi dialogano tra loro senza l’ausilio delle parole e le anime di due amanti si rispecchiano in una preghiera di baci fantastici e salvifici.
Fulminacci – Santa Marinella: canzone vicina agli anni ’70 e ’80 che ricorda un falò estivo, personificazione di una voglia incontenibile di amare ed essere amato. Toni un poco leziosi e melensi a tratti.
Gaia – Cuore amaro: ritmo orientaleggiante, moderno e decisamente esotico. Destinato a diventare un possibile tormentone estivo. Piacevole da ascoltare.
Ghemon – Momento perfetto: il “momento perfetto” è quello in cui ognuno di noi vuole riconoscersi, quello in cui si avverte che è arrivato il nostro turno, il nostro momento. Il brano si sviluppa come una denuncia sociale in cui la meritocrazia è spesso sacrificata. Il desiderio di emergere si taglia con il coltello.
Gio Evan – Arnica: l’Arnica è una pianta dalle proprietà curative; una metafora per indicare la ricerca dell’amicizia come balsamo per l’anima in vista di un ritorno alla normalità ed alla socialità dopo un periodo di solitudine ed isolamento.
Irama – La genesi del tuo colore: un electro pop vibrante che spettina le chiome acchittate dei signori del teatro. Una canzone che scuote e provoca un piacevole brivido lungo la schiena che invita a ballare.
Lo Stato Sociale – Combat Pop: il ritmo decisamente rock, le chitarre a iosa ed il linguaggio ad effetto stupiscono e fanno saltare ogni schema della vita. Lo Stato Sociale si presenta come una voce fuori dal coro in questa edizione del Festival.
La rappresentante di lista – Amare: un urlo alla vita ed all’amore. Uno sfogo dopo tanta reclusione per sentimenti troppo a lungo sopiti. Un vero e proprio canto liberatorio reso con magnificenza dalla voce di Veronica Lucchesi.
Max Gazzè e La La Trifluoperazina – Il farmacista: con questa canzone lo show è garantito. Si sente la firma di Max Gazzè che ha improntato di sé la canzone rendendola riconoscibilissima. Un lamento verso la presunzione di chi pensa di sapere sempre tutto.
Maneskin – Zitti e buoni: manifesto a fare tutto il contrario rispetto al titolo della canzone che rappresenta invece un invito a distinguersi dalla massa e a non omologarsi. Ritmo rock ed incalzante in nome della libertà.
Francesca Michielin e Fedez – Chiamami per nome: un duo collaudato dopo le esperienze di Cigno nero e Magnifico. In questa canzone, però, si cambia registro e si vive un’esperienza completamente nuova, potente e vitale. Seriamente candidata al podio.
Madame – Voce: al suo debutto a Sanremo, la cantante con schiettezza e sincerità parla di un amore che non si trova più. Un talento puro determinato a conquistare e rapire il pubblico.
Ermal Meta – Un milione di cose da dirti: un pianoforte malinconico apre una ballad struggente che crea un’atmosfera intensa ed intima. Tra le canzoni più sanremesi mai sentite all’Ariston. Una carezza per le corde dell’anima.
Malika Ayane – Ti piaci così: con classe e grazia, Malika sa trasmettere tutta la leggerezza estiva di una corsa in auto con finestrini abbassati, sole in faccia e vento che scompiglia i capelli.
Noemi – Glicine: potenza e calore confluiscono in un malinconico abbraccio d’amore. Mani che si intrecciano guardando salpare le navi dinnanzi ad un romantico tramonto.
Random – Torno da te: Random punta al ritornello facile per una ballad d’amore. Così il rapper scavalca la staccionata dell’hip hop per una canzone che punta allo stile più sanremese possibile.
Francesco Renga – Quando trovo te: classico sanremese anni ’90 che porta alla luce un ricordo felice gelosamente custodito tra le pieghe del cuore. Classico brano da Festival di Sanremo.
Willie Peyote – Mai dire mai (la Locura): si affronta il tema caldo ed attuale dei lavoratori della musica e dello spettacolo messi in ginocchio. Canzone franca e cruda che non guarda in faccia nessuno e non bada alla forma. Il sottotitolo è un inno alla vita, perchè, comunque sia, The Show Must Go On.