Il Comitato di applicazione Codice di autoregolamentazione Media e Minori ha ritenuto inadeguati i contenuti di un servizio sulla chirurgia estetica applicata sui minori andato in onda lo scorso 1 ottobre a La vita in diretta.
La trasmissione affrontava la delicata questione della chirurgia estetica sui minori attraverso il caso di Maria Monsè che aveva sottoposto la figlia di anni 14 ad un intervento di chirurgia estetica al naso, giustificandolo con il disagio che il difetto creava nella ragazzina.
La vita in diretta si è difesa dall’accusa di aver violato il Codice Media e Minori argomentando che il vero obiettivo del servizio era quello di dissuadere i più giovani dall’operare scelte di tal genere, ma il Comitato non ha sentito ragioni, ribattendo che le motivazioni addotte dal programma non risultano sufficienti a giustificare l’avere “dato spazio e visibilità ad una madre che con le sue decisioni spregiudicate continua a farsi pubblicità e a presentare – in fascia protetta – un modello diseducativo che distorce il rapporto adulti-minori”.